Scomparsi gli extracomunitari. Il nord trema.

tratto da: “Jack l’ uomo della folla”

Stanotte ho sognato che tutti, ma proprio tutti gli extracomunitari residenti in Italia, regolari e clandestini, erano spariti. Volatilizzati. Mi ero svegliato per via del gran silenzio. Il cantiere sotto casa mia era fermo. Nessun martello pneumatico, nessun sibilo di flessibile. Mi sono vestito, sono sceso a vedere. C’ era il geometra, un ragazzetto napoletano in lacrime:  “Nun’è venuto nisciuno, dottò. Qua perdiamo ‘na marea di soldi”. È uscita la signora del piano di sopra, proprietaria di mezza palazzina. L’ avvocatessa cubana e i sue studenti serbi, scomparsi, ripartiti senza aver pagato l’ affitto. Meno male che si era fatta anticipare tre mesi di caparra.

M’ infilo dentro al bar. Niente caffè: il pony express congolese non l’ aveva portato.  “Vi faccio un’ acqua tonica, dottò?”.
No, grazie, preferisco quattro passi; per strada quasi tutti vecchi. I filippini che li accudivano erano partiti e quelli avevano fatto come nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo : evasi in massa ciondolavano per le strade senza guida, senza ragione. Qualcuno si è ricordato di andare a prendere la pensione. Ma allo sportello delle poste c’ era la ressa più totale:  l’Inps non pagava. Erano improvvisamente venuti a mancare tremila miliardi di contributi. Così avevano deciso di trattenere le pensioni fino a data da destinarsi.

A quel punto ho comprato i giornali. “La Repubblica” titolava: Scomparsi gli stranieri, il Nord trema.”Libero” invece: Strade pulite.”La Gazzetta del mezzogiorno” diceva che la pesca a Mazara del Vallo era finita. Tutta la città vecchia disabitata e la scuola araba aveva chiuso. Nel salernitano fallite tutte le fabbriche di pomodori pelati e salsa. Il raccolto perduto. Le pizzerie, chiuse. I pizzaioli egiziani avevano fatto fagotto.

Sono andato in trattoria, cominciavo ad aver fame. Ho chiesto un’ amatriciana, ma il cameriere mi ha fatto: “Solo roba in bianco, la salsa è diventata merce pregiata. La serviamo sì ma quella raccolta dagli italiani. Costa il triplo e nessuno la vuole”. Dopo un’ ora e un quarto, mi porta due bucatini in bianco: “Vuole il parmigiano?” “Eccerto” gli faccio, “almeno quello”. “Guardi che anche il prezzo del parmigiano è quadruplicato, come del resto quello dei prosciutti e di tutti i prodotti di quella zona. Gli indiani sikh sono scomparsi, e nessuno, mi creda, si prendeva cura delle vacche come facevano loro. Sa, per loro sono sacre…”.

Ho pagato e sono tornato a casa. Alla tv hanno detto che il campionato italiano di calcio era sospeso. Ze Maria, Zebina e decine di giocatori fortissimi si erano dileguati. Sensi era perfino dimagrito. Le partite scadute di qualità , gli sponsor tutti ritirati. I diritti televisivi non erano stati pagati e la federazione aveva deciso di sospendere il campionato di serie A. Tifosi inferociti. Su “Il Tempo” troneggiava un titolo: Però adesso avremo una grande nazionale di calcio.

Scarico la posta e trovo decine di e-mail di insegnati di ruolo messi in mobilità: ottantamila alunni delle elementari erano svaniti nel nulla, mettendo in pericolo migliaia di insegnanti…Impiegati d’ ufficio immersi in doppi e tripli lavori, cantieri edili chiusi per il 90%, cinquecentoquarantamila posti di lavoro perduti, la quasi totalità delle fabbriche metalmeccaniche costretta alla chiusura… Ma le strade… Le strade ragazzi che spettacolo. Niente capannelli pericolosi, niente copertoni bruciati, niente prostitute, spacciatori, criminali, scippatori. C’erano solo gli skinhead con le camicie verdi di ronda. Tutto regolare. Ogni tanto qualche anziano gli gridava contro, gli mostrava il braccio sinistro marchiato, ma finiva lì. Si ho intravisto anche qualche tossico e qualche barbone, qualche scippatore e qualche criminale, ma erano italiani Doc.

La ronda puliva le strade molto velocemente. Così sono entrato in chiesa, una delle duecento chiese senza più parroco. Ho chiesto a Dio di farmi svegliare. Per la prima volta nella mia vita i ha esaudito. Mi sono svegliato nel mio letto, con il rumore e le grida degli operai, la vita per le strade, l’ incredibile miracolo di nove milioni di pensionati, nel paese più straordinariamente multiculturale del mondo.

Il paese dove la pizza la fanno gli egiziani, coi pomodori raccolti dai marocchini, la mozzarella gli albanesi, il prosciutto e il parmigiano gli indiani e le acciughe le pescano i libici.

Grazie fratello di un altro paese.

Non andartene mai per carità.

Jack Folla.

ACQUA PRIVATIZZATA…MALEDETTI VOI

dal sito comedonchisciotte.org


DI ALEX ZANOTELLI

MALEDETTI VOI …. non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che è quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi ”Maledetti voi ricchi”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua.
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stra vittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese( bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita , per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà .Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:

AI CITTADINI di

-protestare contro il decreto Ronchi , inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.

AI COMUNI di

-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.

LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .

AGLI ATO

AI 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.

ALLE REGIONI di

-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.

AI SINDACATI di

-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.

AI VESCOVI ITALIANI di

-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .

ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di

-informare i propri fedeli sulla questione acqua;
– organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di

– esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’ acqua;
-farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.

L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili” sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”

Alex Zanotelli, Napoli, 19 novembre 2009

Ascoltando la radio… (c’è tutto un mondo intorno e non ne sappiamo nulla!)

Ecco come morimmo.

Paul Barnard

 

Il processo iniziò il 23 agosto del 1971 nella sale della Camera di Commercio degli Stati Uniti d’America, e arrivò alla sentenza il 31 maggio del 1975 nell’assemblea plenaria della Commissione Trilaterale a Kyoto. In quattro anni di dibattimento i Padroni della nostra vita decisero che l’imputato doveva morire. L’imputato si chiamava Sinistra, cioè diritti, cioè democrazia partecipativa dei cittadini comuni, cioè pace, tolleranza, interesse collettivo, amore libero e libero pensiero, cioè Un Mondo Migliore per ogni uomo o donna di questo pianeta, cioè il mondo che avremmo voluto avere e che oggi non abbiamo. Negli anni ’70 quel mondo appariva sul punto di realizzarsi, sospinto dallo straordinario vento di progressismo che aveva spazzato il mondo occidentale nella decade precedente. La sentenza decretò che l’imputato era colpevole, e ne dettò le modalità di esecuzione capitale. Oggi quello che vi appare come il Potere – dalle multinazionali alle guerre economiche, la P2, le mafie, il mostro mediatico commerciale, la Casta politica e le altre Caste, le lobby dell’attacco alle Costituzioni, l’impero dei consumi – non lo è. Queste manifestazioni aberranti sono solo il risultato di quella sentenza. Il Potere è la cupola dei mandanti di allora e di oggi, quella è l’origine di tutto.

Chi di voi è molto giovane stenterà a credere a queste parole, ma realmente fino all’epoca del processo di cui parlo esisteva una cosa chiamata Speranza. Era figlia di due secoli di lotte epocali di uomini e di donne comuni, un’epopea di sacrifici immani in difesa di idee stupefacenti, condotta dalla fine del ‘700 alla fine del ‘900 da persone che furono capaci di cambiare la Storia. E cambiare la Storia significava una sola cosa: strappare il potere ai pochi e darlo a molti, per il bene di tutti, per stare meglio tutti. I pochi, eredi di un potere gigantesco tramandato dalla notte dei tempi, subirono per oltre due secoli quel cambiamento in modi che oggi sono inimmaginabili, fino al giorno in cui decisero che era giunta l’ora di fermare la Storia. L’idea di giustizia secondo cui i molti avevano il diritto di decidere a scapito degli interessi dei pochi, cioè l’esser di Sinistra, doveva essere messa in stato di fermo ed estinta. Iniziò così il processo, una mattina di agosto del 1971.

Le righe che seguono vi dicono essenzialmente una cosa: combattere il Potere significa capire chi veramente è, poiché combattere i suoi pupazzi e i suoi tentacoli non serve a nulla. E’ necessario che qualcuno vi aiuti a comprendere innanzi tutto dove nacque il ‘nemico’, quali mezzi ha usato, con quali strategie, cioè capire il percorso che ha portato noi persone comuni contro il muro di oggi, per far sì che forse domani altri uomini e altre donne tornino a lottare contro il bersaglio giusto e con mezzi adeguati. I maggiori ‘antagonisti’ odierni non si curano di questo, e stanno sbagliando sostanzialmente tutto. Ricordatevi che ogni singola citazione che leggerete di seguito ha cambiato e sta cambiando tutta la nostra vita in tutto il mondo, perché sono le parole del Potere, il vero Potere. E allora bando alla ciance, ed ecco i fatti.

L’avvocato ‘del diavolo’.

Dunque, fermare la Sinistra, per sempre. I primi a porsi questa meta furono non a caso i businessmen americani dell’era Nixon a capolino degli anni ‘70, capitanati da Eugene Sydnor Jr. della Camera di Commercio USA. Ma come fare, si chiesero? La risposta fu chiara: con la forza delle idee, il potere immane delle idee. Non fu forse così che gli Illuministi vinsero la guerra contro tremila anni di assolutismi blindati? Un’idea spacca, sconvolge, vince. Bastò una telefonata alla persona giusta, un avvocato. Lewis Powell sedeva come legale nei consigli di amministrazione di svariate aziende, era uomo di grande cultura e acuto pensiero, gli fu affidato il compito di iniziare il processo per fermare la Storia.

Powell scrisse un ‘Memorandum’ di undici pagine scarse, in un linguaggio da prima liceo, e forgiò così la prima arma storica per il contrattacco vincente delle nuove destre internazionali: la semplicità. Concetti semplici, sgrossati fino all’assoluto essenziale, una comunicazione diretta e comprensibile da chiunque – dal presidente della grande industria come dal taxista. Le destre comunicano così, sempre, e infatti sempre vengono recepite. Ed essere recepiti, significa vincere. Le sinistre invece non hanno mai capito neppure l’abc della comunicazione, né oggi vogliono capirlo.

Le regole di guerra.

Prima idea di Lewis Powell: all’alba degli anni ’70, è arrivata l’ora di cambiare tutti i valori figli di due secoli di rivoluzioni di sinistra, nientemeno.

La diagnosi: “(Noi delle destre economiche) non ci troviamo di fronte ad attacchi sporadici. Piuttosto, l’attacco al Sistema delle corporations è sistematico e condiviso”. C’è una “guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale”. “E’ chiaro come il sole che le fondamenta stesse della nostra libertà sono sotto attacco massiccio”, perché “la minaccia al sistema delle imprese non è solo una questione di economia, ma colpisce la libertà dell’individuo”. E non c’è da discutere, poiché “l’unica alternativa al (nostro) sistema sono le dittature delle burocrazie socialiste o fasciste”.

La chiamata alle armi: “E’ arrivata l’ora per il business americano di marciare contro coloro che lo vogliono distruggere”.

Chi sono i virus da sopprimere? “Certamente la sinistra estrema, che è molto più numerosa, meglio finanziata e benaccetta di quanto non lo sia mai stata prima nella Storia. Ma le voci più preoccupanti provengono da elementi perfettamente rispettabili, come le università, i media, gli intellettuali, gli artisti, e anche i politici”. La massima preoccupazione del Potere deve essere “l’ostilità delle sinistre e dei riformatori sociali”. Poi vengono gli studenti, infatti “quasi la metà degli studenti è a favore della socializzazione delle industrie americane fondamentali”. Le sinistre stanno portando un “vasto attacco al sistema stesso, che mina la fiducia del pubblico e lo confonde”.

Contate quelle parole; sono poco più di 170. Esse ci raccontano già tutto quello che è accaduto nei trentotto anni successivi, in tutto l’Occidente, nei campi sociale, economico, ideologico, politico, dell’istruzione, dei media, sindacale. Cioè la vostra vita. Ma continuiamo.

Lewis Powell dettò le regole di guerra, e i primi a doversi disciplinare erano proprio i Padroni del Vapore, che dopo una decade di successi dello Stato Sociale in Europa e anche negli USA, dopo cioè il decennio più di sinistra che il mondo avesse mai conosciuto, si percepivano come ridotti in uno stato di irrilevanza. Il ‘Memorandum’ proclama infatti che “pochi elementi della società americana di oggi hanno così poca influenza sul governo come il business, le corporazioni, e gli azionisti… Non è esagerato affermare che… siamo i dimenticati”. Per sovvertire un’intera epoca ormai considerata trionfante, quella degli Stati Sociali, le destre dovranno avere la forza di “organizzarsi, pianificare nel lungo termine, essere disciplinate per un periodo illimitato, essere finanziate con uno sforzo unificato”. Ovvero, trasformarsi in un esercito di attivisti di micidiale efficacia. La conseguenza di questi semplici concetti sarà enorme: nacque così il mondo delle lobby moderne del potere economico, quelle che oggi eleggono i presidenti americani, che regolano le guerre in Medioriente, che decidono le politiche europee per noi tutti, che decidono chi può commerciare e che cosa in tutto il mondo e che infatti hanno portato “il business, le corporazioni, e gli azionisti” dall’essere “i dimenticati” allo strapotere di oggi. Powell fa qui una premessa scioccante, se letta in tempi moderni: “Il business deve imparare le lezioni messe in pratica dal mondo dei lavoratori, cioè che il potere politico è indispensabile, che deve essere coltivato con assiduità, e usato in modo aggressivo se necessario, senza imbarazzo”. In altre parole, questo passaggio ci rivela che le destre trovarono le vie del riscatto imitando precisamente quella che era la forza delle sinistre di quell’epoca. Loro la acquisirono, noi l’abbiamo perduta. E poi: “Chi ci rappresenta deve diventare molto più aggressivo… deve far pressione con forza su tutta la politica perché ci sostenga, e non dovremo esitare a penalizzare chi a noi si oppone”. Le lobby dovranno dedicarsi particolarmente al settore giudiziario, “sfruttandolo, come hanno fatto le sinistre, i sindacati e i gruppi dei diritti civili… che ebbero successi spesso a nostre spese”.

I gemelli vincenti: Educationtelevision.

Lewis Powell intuì che in conseguenza proprio di questo attacco alla Sinistra, il futuro decisionale delle società moderne si sarebbe spostato dall’attivismo popolare tipico del dopoguerra ai colletti bianchi sfornati in numeri sempre maggiori dalle università occidentali. Ma gli atenei dell’epoca erano visti dall’autore del ‘Memorandum’ come pericolosissimi covi di idee sovversive: “Vi sono apparsi oratori di sinistra ed estremisti a centinaia… ma non vi è stata alcuna parità di presenze dei sostenitori del sistema di governo americano e del business”. Dunque, la forza delle lobby di destra doveva colpire a tutto spiano le università. Le Scienze Politiche erano il primo bunker da espugnare, e le destre economiche dovevano creare un esercito di “docenti che credono fermamente nel sistema delle imprese”. Una volta raggiunta tale meta, “i nostri docenti dovranno valutare i libri di testo, soprattutto quelli di economia, scienze politiche e sociologia”. Ma il lavoro centrale delle lobby accademiche di destra era da destinarsi ovviamente agli insegnamenti di economia, dove “dobbiamo godere di un rapporto particolare con le facoltà”. Ecco spiegato con cristallina chiarezza da dove nasce il fondamentalismo del Libero Mercato, detto anche Neoliberismo, che da vent’anni domina ogni singolo insegnamento di economia universitaria dopo aver estirpato anche la più microscopica resistenza a tale dogma. E sappiano i lettori meno ferrati, che è dalle fucine universitarie Neoliberali che provengono le politiche di perenne impoverimento dei nostri servizi essenziali, del diritto al lavoro, del diritto alla salute, del diritto agli alloggi, del sistema pensionistico, del bene comune, ecc. Cioè le decisioni su come noi viviamo e moriamo. I nostri governi sono solo esecutori che non hanno scelta, e dunque non è a Berlusconi né a Prodi o a Tremonti che dobbiamo guardare per comprendere da dove viene il nostro (miserabile) tempo, e non è contro di loro che dobbiamo combattere.

Nel 1971, all’epoca degli sforzi di Lewis Powell, i media erano già centrali ai giochi del Potere, ma non come il Potere avrebbe voluto. E l’avvocato neppure qui si perse in giri di parole: “Le televisioni dovranno essere monitorate costantemente nello stesso modo indicato per i libri di testo universitari. Questo va applicato agli approfondimenti Tv, che spesso contengono le critiche più insidiose al sistema del business”. La stampa e la radio non sfuggono: “Ogni possibile mezzo va impiegato… per promuoverci attraverso questi media”; né le riviste popolari, dove “vi dovrà essere un costante afflusso di nostri articoli”; né le edicole, dove “esiste un’opportunità di educare il pubblico e dove però oggi non si trovano pubblicazioni attraenti fatte da noi”. Powell prescrisse qui il boom, realmente poi avvenuto, dell’editoria popolare straripante di rappresentazioni positive del consumismo, cioè dell’Esistenza Commerciale. Ma le sue parole preconizzarono anche l’avvento dei messaggi subliminali che i media moderni ci rifilano in ogni forma e salsa per rafforzare il Sistema, e infatti egli scrisse “Spendiamo centinaia di milioni di dollari in pubblicità… ma solo una frazione di essi pubblicizza il Sistema”.

Solo il meglio.

Il ‘Memorandum’ che segnò il primo passo per l’esecuzione capitale della Speranza, si conclude con le direttive assolute impartite da Powell al futuro esercito dei padroni del mondo. Primo, essere sempre ultra finanziati, e qui, scrive l’avvocato, “necessitiamo di un sostegno finanziario da parte delle corporations molto superiore di quanto abbiano mai fatto finora”. Powell sapeva che l’essenziale lavoro di creazione del consenso non poteva essere affidato a ‘belle anime’ intellettuali o a volontari spesso impreparati (come invece è sempre stato nelle sinistre e ancora è), e infatti sancì che chi lavora al progetto di fermare la Storia deve essere “pagato allo stesso livello dei più noti businessmen e professori universitari”, e le loro competenze “dovranno essere eccezionalmente alte, nei settori chiave come la pubblicità e i media, il mondo intellettuale, l’avvocatura”. Il progetto di fermare la Storia deve essere perennemente controllato nella qualità e fedeltà, e “le nostre presenze nei media, nei convegni, nell’editoria, nella pubblicità, nelle aule dei tribunali, e nelle commissioni legislative, dovranno essere superbamente precise e di eccezionale livello”.

Undici pagine così scritte da un singolo uomo furono prese a modello dalle destre economiche di tutto il mondo occidentale, che, come chiunque di noi può verificare, le hanno messe in pratica sostanzialmente alla lettera. E il risultato si vede, in milioni di esseri umani benestanti ipnotizzati dai “valori del Sistema”; in milioni di studenti indottrinati in un’unica direzione; nella corrosione implacabile dei diritti fondamentali come lavoro, alloggio e salute causata dalla vittoria del “sistema delle imprese”; in una rete immensa di media che ossessivamente promuovono quel Sistema; nello strapotere delle sue lobby; e nella micidiale compattezza, competenza, abilità ed efficienza dell’implacabile macchina dell’Esistenza Commerciale. Quelle undici pagine di concetti dettati in estrema sintesi sono state il software che ha guidato le destre economiche per 38 anni in un lavoro 24 ore su 24, sette giorni su sette, unite, disciplinate, discrete, senza mai un dissenso e con una comunicazione studiata come null’altro al mondo. Cioè Il Potere, dedicatosi anima e corpo nella guerra alla Speranza, che fino al 1971 si chiamò Sinistra, e che, come preannunciato, fu definitivamente decapitata quattro anni dopo i primi sforzi di Lewis Powell. Ci volle infatti il lavoro di altri tre uomini per completare il processo, e altre poche pagine di parole scritte con grande semplicità.

La Democrazia va salvata, uccidiamola.

E’ sconsolante assistere in questi giorni agli sbraiti di alcuni demagoghi che denunciano l’attacco alla democrazia, portato oggi a sentir loro da alcuni pupazzi del Potere e dalle loro malefatte locali. E’ come se qualcuno ci gridasse allarmi per l’avvento del consumismo perché dietro casa sua è stato aperto un ipermercato. L’attacco alle democrazie fu pianificato 34 anni fa, e con tale efficacia da non lasciare speranza. Come si è detto in precedenza, esso fu l’atto finale della condanna a morte della Sinistra.

La Commissione Trilaterale nacque nel 1973 come libera associazione di cittadini americani, europei e giapponesi con l’intento di “incoraggiare una stretta collaborazione fra queste tre regioni sui problemi comuni, e di migliorare la comprensione pubblica di questi problemi”. Naturalmente questo proclama è una baggianata. Essa è un club esclusivo di potenti personaggi decisi a tutelare i propri interessi, ma che, contrariamente a quanto si crede, non sono affatto un crocchio di autocrati mafiosi e complottisti. La Commissione Trilaterale è invece il volto più che pubblico delle destre economiche moderne, cioè pieni sostenitori della democrazia, intesa però come strumento liberamente consegnato a pochi da parte di molti affinché poi i molti possano fare l’interesse dei pochi. Infatti, una delle acquisizioni fondamentali delle destre moderne è stata che le dittature non sono più il mezzo migliore per spremere i cittadini; esse sono affari sporchi, incontrollabili, che finiscono sempre col creare imbarazzanti contraccolpi sui media. Meglio la democrazia, teleguidata naturalmente. Ed ecco che se fino a ieri le destre occidentali esportavano colpi di Stato (Iran, Cile, Grecia ecc.), oggi esportano democrazia (Iraq, Afghanistan, Pakistan ecc.). Ma la democrazia ha un brutto vizio: tende a riportare l’interesse dei molti in primo piano, a scapito degli interessi dei pochi. Tende cioè a essere istintivamente di sinistra. E allora bisognava intervenire. La Commissione Trilaterale ha fatto questo negli scorsi trentaquattro anni, con la gentile partecipazione di personaggi noti e meno noti, come Zbigniev Brzezinski, Jimmy Carter, David Rockefeller, Giovanni Agnelli, Piero Bassetti, Francesco Forte, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Henry Kissinger e tantissimi altri.

Spiego meglio: la democrazia liberamente espressa fa giocoforza l’interesse dei cittadini, visto che sono i cittadini a governarla, e questo ha sempre combaciato perfettamente con l’ideale della Sinistra. Ciò, come si diceva, fu vero più che mai alla fine degli anni ’60, a compimento di due secoli e oltre di Storia. Il Potere non gradiva, ma si è anche detto che il Potere aveva compreso il valore della democrazia come veicolo supremo dei suoi interessi, e qui stava una forte contraddizione. I Padroni del Vapore, all’epoca del processo iniziato da Lewis Powell, dissero in sostanza: la democrazia sta consacrando la sinistra, dunque dobbiamo ucciderla; ma la democrazia ci serve, per cui dobbiamo salvarla. Soluzioni? Di nuovo partirono poche telefonate, questa volta a tre pensatori: Samuel P. Huntington, Michel J. Crozier e Joji Watanuki. Tre intellettuali, docenti universitari e consulenti di governi, rispettivamente americano il primo, francese il secondo e giapponese il terzo. Di nuovo essi stilarono le ricette in termini semplicissimi, nelle 227 pagine del loro The Crisis of Democracy, consegnato alla Commissione Trilaterale nel 1975. Di nuovo essi prescrissero la condanna a morte della Sinistra, ma con uno stupefacente ma. Esso era contenuto nella risposta alla contraddizione di cui sopra, una risposta che può apparire demenziale: se volete salvare la democrazia e ucciderla allo stesso tempo, dovete salvare la democrazia mentre la uccidete. Seguitemi e sarà chiaro.

La spiegazione dell’assurdo paradigma appena scritto si trova, in fondo, nelle parole a pagina 157 di The Crisis of Democracy, dove si legge che “la storia del successo della democrazia… sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo della classe media”. Cosa vuol dire? Significa che se si vuole uccidere la democrazia partecipativa dei cittadini (quella che per definizione fa l’interesse dei molti a scapito dei pochi privilegiati – la Sinistra) mantenendo in vita l’involucro della democrazia (quella che ci fa votare i pochi privilegiati che poi ci spremono come limoni) bisogna farci diventare tutti consumatori, spettatori, piccoli investitori. Che è quello che ci hanno fatto. Così ci hanno fregati, ci hanno annientati come protagonisti della democrazia. E’ stata la loro idea suprema, di suprema genialità. La massa dei cittadini che in seguito a due secoli di lotte dal basso aveva appena imparato a divenire partecipativa, è stata ridotta a Spettatori inerti, appunto consumatori, spettatori, piccoli investitori. L’involucro della democrazia fu salvato, il suo contenuto fu annientato. I tre autori scrissero le istruzioni in termini chiarissimi, ed esse furono messe in pratica per oltre trent’anni in tutto l’Occidente: “Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni ’60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. Infatti, nel testo si legge che la minaccia alla democrazia americana proveniva “dalla dinamica stessa della democrazia in una società altamente istruita, mobilitata e partecipativa”, quella dove erano fioriti i “gruppi giovanili, etnici, e dove quei gruppi stavano assumendo una nuova consapevolezza”. Andavano disattivati, resi apatici, immobili, ed è accaduto precisamente questo ovunque, con il boom edonistico degli anni ’80 e con l’avvento della Tv commerciale.

Vi chiedo di soffermarvi sulle righe qui sopra, perché se si comprende questo si comprende chi è il Potere, come hanno lavorato e chi veramente dobbiamo combattere. Cioè non Berlusconi, ma il Sistema che usa Berlusconi come uno dei suoi tanti strumenti per i suoi scopi finali. E’ infatti assolutamente inutile che oggi gli antagonisti di moda in Italia sbraitino contro la Casta, perché non fu la Casta a disabilitare la democrazia, e soprattutto non è sbraitando contro la Casta che si riattivano i cittadini spenti ormai da più di trent’anni dalle strategie di The Crisis of Democracy.

“Curare la democrazia con ancor più democrazia è come aggiungere benzina al fuoco.”

Il lavoro di Samuel P. Huntington, Michel J. Crozier e Joji Watanuki si spinse però molto oltre, per colpire ogni aspetto cruciale della democrazia partecipativa. Basta leggere a pagina 161 la lista di ciò che secondo gli autori ostacola la democrazia: “1) la ricerca dell’eguaglianza e del valore dell’individuo… 2) l’espansione della partecipazione alla politica… 3) la competizione politica essenziale alla democrazia… 4) l’attenzione che il governo dà all’elettorato e alle pressioni dalla società”. Ora, se pensate all’epoca che stiamo vivendo, vi trovate in ordine che : 1) sono stati distrutti l’eguaglianza e il valore dell’individuo attraverso la cultura della Visibilità (leggi Vippismo, sia nel Sistema che nell’Antisistema); infatti oggi, e nonostante ci troviamo nella modernità evoluta, chi non è ‘visibile’ nel potere o nei media o nello spettacolo/sport è uno zero sociale rispetto ai chi lo è – 2) l’apatia partecipativa nella polis è ai massimi livelli, così come nelle fabbriche o nella cultura – 3) l’eliminazione dei partiti minori a favore dei grandi schieramenti ha imbavagliato diverse forze politiche ed eliminato del tutto altre – 4) la sensazione a livello di cittadinanza è che il governo ignori sempre e cronicamente le istanze reclamate dai cittadini attivi e dai gruppi che non siano lobby di potere. Ergo, le istruzioni di Huntington, Crozier e Watanuki combaciano in tutto con il presente.

Essi dissero al Potere che “l’idea democratica secondo cui il governo deve rispondere ai cittadini, crea in questi aspettative di soddisfazione dei bisogni e di eliminazione dei mali che affliggono certi gruppi nella società”, e che “curare la democrazia con ancor più democrazia è come aggiungere benzina al fuoco”. Parole incredibili, ma hanno però di fatto modellato le nostre vite fino a oggi. Naturalmente ogni idea di Stato Sociale che “avrebbe dato ai lavoratori garanzie e avrebbe alleviato la disoccupazione” veniva tacciata di essere “una deriva disastrosa… poiché avrebbe dato origine a un periodo di caos sociale”. Nel testo si avvertono i potenti che “L’impulso della democrazia è di diminuire il potere del governo, di aumentare le sue funzioni, e di diminuire la sua autorità”, che è esattamente ciò che invece doveva accadere se le nostre democrazie fossero rimaste sane.

The Crisis of Democracy proclama che la risposta a questi ‘mali’ democratici doveva essere una sola: il ritorno al governo delle elite. Huntington, Crozier e Watanuki iniziano ricordando l’esempio illuminante del Presidente americano Truman, che “era stato in grado di governare il Paese grazie all’aiuto di un piccolo numero di avvocati e di banchieri di Wall Street”. Infatti, “la democrazia è solo una delle fonti dell’autorità e non è neppure sempre applicabile. In diverse istanze”, scrivono gli autori, “chi è più esperto, o più anziano nella gerarchia, o più bravo può mettere da parte la legittimazione democratica nel reclamare per sé l’autorità”. Faccio notare che queste parole scandalose furono nella realtà il fondamento ideologico di ciò che avverrà in Europa 34 anni dopo con la creazione della nuova Europa sancita dal Trattato di Lisbona, che infatti decreta che noi europei verremo tutti governati in futuro da una elite di burocrati super specializzati che nessuno di noi potrà eleggere, avendo appunto messo da parte ogni legittimazione democratica. Capite da dove viene l’attacco alla democrazia di oggi?

La trappola.

I sindacati, e ogni altra forma di associazione di cittadini attivi, erano ovviamente un problema da affrontare. Qui gli autori diedero il meglio di sé, con una delle trovate più insidiose della storia politica moderna: la cooptazione. Compresero che nelle democrazie evolute era ormai controproducente mantenere uno scontro frontale con i sindacati o con altre organizzazione similari, e con le loro parole diedero inizio a una delle epoche più infami dei rapporti fra Potere e mondo dei lavoratori/cittadini, quella che nel giro di pochi decenni porterà i sindacati dalla loro storica tradizione di lotta per ottenere sempre maggiori diritti, alla miserevole condizione odierna, dove essi ormai possono solo contrattate sul ‘grado di abolizione dei diritti’. Huntington, Crozier e Watanuki scrissero: “Le richieste crescenti e le pressioni sui governi impongono una collaborazione maggiore. Potremmo escogitare mezzi per assicurarci sostegno e risorse… dai sindacati e dalle associazioni civiche”. Si faccia attenzione: queste parole vengono scritte agli albori degli anni ’70, in un’epoca in cui la sola idea di un sindacato che “assicurasse sostegno e risorse” al governo avrebbe attratto derisione da una parte se non grida di alto tradimento e sommosse violente nelle fabbriche di tutta Italia. Ma è successo, ce l’hanno fatto fare, e non è necessario riassumere qui la vergognosa parabola in quel senso di CGIL, CISL e UIL perennemente impegnate a togliere le castagne dal fuoco a governi e imprese, o addirittura a finanziare partiti che saranno poi parte dei governi che dovrebbero monitorare. La medesima cosa è accaduta per le cosiddette organizzazioni di cittadinanza attiva, le ONLUS e altri, che oggi sempre più sono cooptati nella spartizione delle torte dei servizi alla cittadinanza, dimentiche che la loro funzione era di vigilare e di combattere le amministrazioni, non di banchettarvi assieme. Ma tornando ai sindacati, The Crisis of Democracy aveva in serbo un altro siluro. Gli autori compresero che la forza delle formazioni sindacali stava nell’ideologia radicale, poiché “quando essa perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati”. E quale potesse essere l’antidoto all’ideologia, gli apparve subito chiaro: la concertazione. Scrissero infatti: “(Essa) produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”. La concertazione nacque dunque per disabilitare i sindacati. Questi ragionamenti sono inseriti in un contesto più ampio nel testo, ma colpisce come un fulmine il fatto che quei germi della futura disgregazione sindacale fossero così lucidamente chiari a coloro che trentaquattro anni fa pianificavano l’esecuzione capitale della Sinistra in tutto l’Occidente. E non era solo necessario cooptare i sindacati e chiuderli nella trappola della concertazione; bisognava anche privilegiare quelli più grossi e autoritari nella leadership, poiché “nello Stato moderno i capi potenti dei sindacati… capaci di comandare i propri membri, sono una minaccia inferiore all’autorità dei leader politici e sono persino un aiuto ad essa”. Il motivo era chiaro: “Se i sindacati sono disorganizzati, se i membri sono ribelli, se le rivendicazioni estreme e gli scioperi selvaggi sono frequenti, l’applicazione di una politica nazionale dei salari diventa impossibile… contribuendo all’indebolimento del governo (non dei lavoratori!, nda)”, dunque ben venga il sindacato corporazione, più facile da domare.

Questi concetti raccontano, come in un percorso prestampato, tutto ciò che è avvenuto poi, fino alla miserrima condizione odierna dove i sindacati “potenti e capaci di comandare i propri membri” hanno svenduto il Diritto Umano al lavoro e hanno del tutto abbandonato il radicalismo necessario a impedire una tale sciagurata deriva. Di nuovo, ciò dimostra che se vogliamo combattere anche questo trionfo del Potere sul mondo del lavoro di oggi, è inutile prendersela con gli affari parrocchiali di questo o quel governo italiano, di questo o quel leader sindacale. Essi sono solo esecutori volenti o nolenti, nulla di più. Gli esempi si sprecano, come la cocciuta insistenza di ogni nostro esecutivo negli ultimi dieci anni nell’innalzamento dell’età pensionabile, a fronte del fatto che i contabili di Stato continuano a dire che i conti delle casse previdenziali sono invece sanissimi. Perché allora quell’insistenza? Perché devono eseguire ordini dall’alto, ordini concepiti più di trent’anni fa in altri luoghi del mondo. E allora vanno combattuti i mandanti, che oggi come allora non si chiamano Tremonti, Ichino o Epifani.

Social Control.

Come risulta chiaro, il Potere già allora possedeva una visuale cristallina dei problemi seri da affrontare, o di quelli irrilevanti nonostante le apparenze. Fra questi ultimi c’era la massiccia presenza comunista negli Stati europei come l’Italia, che veniva liquidata già nel 1975 con queste parole: “I partiti comunisti hanno perso terreno quasi ovunque nell’Europa occidentale. La loro ideologia è sbiadita, e appare come una Chiesa omologata il cui carisma è in parte scomparso. Perché mai partiti così sedati e moderati dovrebbero costituire una minaccia alla democrazia proprio quando ne rispettano le fondamenta?”. Liberi dal pericolo di un’effettiva resistenza da parte dei ‘rossi’ (14 anni prima del crollo del Muro di Berlino), i Padroni del Vapore dovevano concentrarsi su elementi assai più moderni, come i media. La Tv fra tutti doveva essere controllata, poiché “vi sono prove massicce che ci dicono che lo sviluppo del giornalismo televisivo ha contribuito all’indebolimento dell’autorità dei governi”, e che anche la stampa “ha assunto un ruolo sempre più critico verso i governanti e i loro funzionari”. L’avvento dei media disposti a sfidare l’autorità era per gli autori una minaccia al funzionamento stesso degli esecutivi, poiché “ha reso quasi impossibile il mantenimento del distacco per governare”, e oltre tutto “l’etica democratica rende difficile oggi impedire (ai media) l’accesso e decurtare l’informazione”. Lamentabile era in particolare “il crescente potere dei giornalisti a discapito di quello degli editori o dei padroni”, e questo obbrobrio veniva affermato senza l’ombra della vergogna. Dunque qualcosa andava fatto, urgentemente, e The Crisis of Democracy decreta cosa: “Occorrono misure importanti per ristabilire il giusto equilibrio fra la stampa, il governo e altre istituzioni”, un concetto che suona come una bestemmia a chiunque abbia chiaro che imporre tale equilibrio significa imbavagliare il ruolo di controllo dell’informazione sui poteri. Superfluo elencare ora come questi precetti si sono di nuovo trasformati in realtà, e come gli esecutori come Murdoch o Berlusconi ancora oggi lavorino per eseguire quegli ordini.

Il lavoro di cui stiamo trattando mantiene tuttavia la focale ben puntata sui cittadini di quell’epoca, che erano usciti dai turbolenti e rivoluzionari anni ’60 rinvigoriti nell’attivismo politico, gente che “siccome richiede (ai governi) maggiori interventi per risolvere i loro problemi, necessita di ancor più controllo sociale”. L’attivismo di quei tempi era democrazia partecipativa, ed essa era la Speranza, ovvero la Sinistra, che andava decapitata. Nel decalogo della riscossa del Potere di Huntington, Crozier e Watanuki, il controllo sociale è una delle ghigliottine. Anzi, più precisamente si parlò il controllo sociale indiretto sull’individuo, quello che sappiamo essere il più subdolo e il meno plateale, il più difficile da contrastare. Uno strumento già oliato in parte negli USA, ma semi sconosciuto in Europa, “dove la disciplina sociale non è adorata come in Giappone, e dove le forme indirette di controllo sociale sviluppate in America non sono presenti”, in particolare in Italia. Il pericolo di tale mancanza di controlli sociali è che “le classi lavoratrici non vengano del tutto assimilate nel ‘gioco sociale’, specialmente nelle nazioni latine”. In altre parole: se non li si include nel grande popolo dei consumatori, non li potremo controllare mai e continueranno a partecipare. E nelle nuove democrazie consumistiche, sentenziano Huntington, Crozier e Watanuki, sarà necessario “sperimentare metodi più flessibili che producano maggior controllo sociale con minore coercizione”. Dodici parole, dodici stringate parole che prescrivono al Potere uno dei processi di ingegneria sociale più devastanti della Storia, finalizzato al controllo di tutti noi: l’Esistenza Commerciale e la Cultura delle Visibilità, cioè le masse dei cittadini ridotti a consumatori/spettatori del tutto disattivati, e che infatti verrà rilanciato con immane potenza di fuoco a partire dalla decade successiva, fino a oggi.

The Crisis of Democracy fu discusso dall’assemblea plenaria della Commissione Trilaterale il 31 maggio del 1975. Le voci di dissenso a questo processo alla democrazia partecipativa vi furono anche in seno alla Commissione stessa, ma di fatto i tre autori diverranno da lì a poco membri dell’amministrazione di Jimmy Carter e le loro idee prenderanno il volo, per atterrare oggi sui davanzali delle nostre case, assieme a quelle dell’avvocato Lewis Powell. Ecco come morì la Sinistra, ecco chi veramente decide come la gente deve vivere. La lista dei manovratori del mondo non si ferma ovviamente a quelli menzionati, ve ne sono altri (WTO, IMF, gli investitori internazionali, le grandi banche d’affari come Goldman Sachs, la Commissione Europea, il gruppo Bilderberg, le Think Tank economiche ecc.), ma sono sempre membri dello stesso club, una elite ristretta che dopo due secoli di sconfitte è tornata sul trono. Ecco chi è il Potere, quello che telecomanda tutto ciò che i nostri politici e amministratori fanno di fondamentale.

Conclusione.

Cosa fare in concreto? Innanzi tutto, l’attivismo italiano deve essere meno egocentrico. Oggi in Italia viviamo una sciagurata deriva pilotata da approfittatori in malafede, che vorrebbero convincerci che i problemi capitali di sessanta milioni di italiani sono quelli percepiti da loro e dalla minoranza di borghesi o studenti col sedere protetto che li seguono, e cioè i problemi relativi a Berlusconi e ai sui guai giudiziari, o alle sue presunte connivenze con le mafie regionali, o al suo mediocre conflitto d’interessi ecc. Queste sono sciocchezze se paragonate a quanto sopra descritto, che al contrario domina in modo devastante la vita concreta degli italiani nei sei ambiti vitali: Lavoro, Alloggi, Sanità, (Non) potere di decidere la propria economia, Istruzione, e Possibilità di partecipare alla polis. Decine di milioni di italiani ogni mattina affrontano veri drammi in questi sei campi, drammi che ne decidono la vita e quella dei loro figli, che li angosciano, e che li hanno resi del tutto inerti e impotenti, esattamente come voleva il Potere. Chi si definisce attivista dovrebbe accettare che certe ‘manie’ di moda non sono i problemi capitali delle persone, che gli odiati target di moda non sono le cause primarie del male degli italiani, e infine che è del tutto inutile incitare i cittadini alla partecipazione se essi sono stati scientificamente disabilitati da più di trentacinque anni di lavoro dell’Esistenza Commerciale e della Cultura della Visibilità. Va trovato l’antidoto alla loro paralisi, inutile urlargli addosso con l’Industria della Denuncia e dell’Indignazione. O si comprende questo oppure siamo finiti.

La lotta va fatta con la stessa intelligenza e con la stessa immensa perizia con cui il Potere ha riconquistato il mondo, e che ho sopra descritto. Contro il bersaglio giusto.

Temporaneamente qui

Ciao a tutti
siamo ritornati sulla piattaforma ufficiale WordPress a causa di un problema che ci ha causato Aruba.
Speriamo, quanto prima, di poter tornare online con il sito ufficiale Srazz.
In attesa, restate sintonizzati qui, su facebook e su skype, che ci sono un sacco di novità che stanno arrivando!!!
Grazie a tutti.

ciao!!!

Non più attivo

Ciao, questo blog non è più attivo.
Per continuare a seguirci, vai sul sito dell’associazione Srazz.
Ciao!

Riparte, lentamente (… si vive di lenta costruzione), il sito dell’associazione culturale Srazz

Da oggi, 8 aprile 2009, entra in funzione il nuovo sito dell’associazione culturale Srazz. Perciò, da oggi, questo blog non sarà più aggiornato: per restare in contatto con noi cliccate su questo link.

Stiamo aprendo gli “scatoloni del trasloco”.

È un lavoro “massacrante” riprendere in mano materiale che parte dal 2002 e arriva fino a oggi: festival, concerti, idee, spettacoli, fotografie, video, registrazioni audio ecc. anche perché abbiamo voluto raccogliere tutto il materiale in nostro possesso per digitalizzarlo, ordinarlo e rendere fruibile a tutti attraverso la rete.

Non manca molto alla fine dell’opera, Internet Explorer permettendo (;-P), ma vi terremo aggiornati sul progressivo completamento di tutte le sezioni… il sito sicuramente sarà pronto prima della conferenza stampa del Tam Tam Suoni e Culture del Mondo 9^ edizione.

Andando all’indirizzo www.srazz.com potrete accedere al sito in questione: al momento è attivo il blog, che utilizzeremo per raccontare ciò che accade, a cui puoi accedere cliccando sul bottone “home” e tutta la parte relativa al Free Shop a cui accedi cliccando sul bottone che porta lo stesso nome.

Inauguriamo questa nuovo inizio con una serie di interventi sulla Cultura a Mira che abbiamo chiesto di scrivere a persone che, in questi anni, abbiamo avuto il piacere di conosce e, alcune tra queste, di collaborare.

Ospitiamo gli interventi, in ordine cronologico, di Gualtiero Bertelli, Francesco Volpato, Massimo Zuin, Eduardo Picardi, Davide Meggiato e Nico Narsi.

Questi interventi vogliono essere uno stimolo al dibattito che, nell’ambito della cultura, in questo territorio avrebbe bisogno di essere sempre tenuto acceso e ravvivato, nella chiarezza di un progetto e dei modi per perseguirlo.

Per avere la miglior visione di questo sito, dovrete settare il monitor con risoluzione 1024*768 pixel e uno dei seguenti browser (con internet explorer potrebbero esserci visualizzazioni delle pagine non corrette!):

scarica safari scarica opera scarica chrome scarica firefox

Fantacronache del villaggio #13

a cura di Giannandrea Codroipo e Gustavo Boiada

EDIZIONE

Frontale:

Succedono cose, cose strane.
Alcune di queste davvero orribili se ci fermiamo un attimo a pensare che a provocarle sia l’essere umano.
La prima arriva dalla capitale e pensando che da qualche mese Roma abbia scelto come sindaco G. Alemanno  rende ancora più nitido il quadro, giustifica qualcosa che viceversa dovrebbe fare inorridire, scatenare reazioni.
Invece…. ditemi, vi prego, se avete visto un solo telegiornale raccontare quello che leggerete di seguito o se qualche quotidiano vi ha informato di quanto successo. Da parte mia concedetemi di ringraziare per la segnalazione la carissima Roberta T., da tempo residente a due passi dal Colosseo.
Effetto Natura è il nome di una cooperativa che da più di vent’anni collabora e assiste le famiglie di ragazzi disabili: come ogni anno anche sabato scorso era in programma una giornata particolare di solidarietà chiamata Festa di Primavera.
A metà pomeriggio mentre più di 300 persone prendevano parte all’iniziativa, una ventina di esponenti di Casa Pound (centro sociale capitolino formato da esponenti dell’estrema destra) hanno fatto irruzione all’interno dell’area esponendo uno striscione che così recitava: “Travestiti da disabili ma con le pancie piene, siete sempre e solo iene”.
Ecco, lo dico davvero: mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, magari aprire una discussione, un dibattito visto tra le altre cose che nei giorni scorsi anche a Mira i ragazzi del Centro Dedalo sono stati bersaglio di attacchi da parte di esponenti di Forza Nuova. Affidiamo la nostra risposta al silenzio?
Non consideriamo nemmeno un gesto, una parola che arriva da questi signori?
Forse, potrebbe essere una via; di sicuro e personalmente aumentano disgusto e fastidio.
A Genova, invece, scoperta una banda di 25 poliziotti dedita a bische clandestine, uso e traffico di cocaina e festini a luci rosse; alcuni di loro facevano parte del gruppo di massacratori durante i pestaggi alla scuola Diaz al G8 del 2001.
Agghiaccianti alcune telefonate tra i rambo di cartapesta tipo: “… voglio fare una rissa della Madonna, finisce che ammazzo tutti…” quella più “leggera”.
Per finire, sappiate che lo scorso 25 marzo Re Silvio terzo da Arcore e i suoi hanno stanziato 15 milioni di Euro per l’acquisto di 131 caccia bombardieri JsF (Joint strike Fighter) aerei da combattimento ottimizzati per il ruolo aria/terra, quindi per l’attacco, con 2 stive interne per le bombe anche di tipo nucleare e la realizzazione di una base militare a Cameri (5 km da Novara).
Spiacente, so che i problemi sono altri: ad esempio sapere quanto pesano le tette di Cristina del Grande Fratello o se tra 2 domeniche Ibra e Del Piero saranno in campo.
In cuor mio, dopo il 10 luglio, spero di partire per la Svezia, quì stanno venendo meno ormai anche i posti per vomitare in pace.

See You dal vostro Giannandrea Codroipo.

Didietro:

L’Arte
La mamma dice al bambino:  “Cosa vedi nel quadro?”
“una barca…”
“e poi?”
“una barca…”
“ma si, ho capito… e poi?”
“cacca!”

Romantici precoci
Prima elementare.
Bisbiglio al bambino di fare l’innamorato e di dire qualcosa al “pubblico” dei suoi compagni… lui prima sembra titubare, poi  parte deciso verso il centro dell’aula, si piazza, e grida: “VI AMO TUTTE!!!!”
Ovazione generale.

Rubrica:

Canzoni della settimana:
L’odore delle rose – Superpartner/ Federico Fiumani
La canzone pop incontra la perfezione: scoprite questo gioiello su www.myspace.com/superpartner e fate vostra la musica di questa nuova band pugliese…. e poi che gioia riascoltare Federico Fiumani, voce storica dei Diaframma, una delle prime band New Wave italiane!! Primavera, sole e pedalate ai murazzi: tormentone 2009, buon ascolto!!

Jigsaw falling into place – Radiohead
Ascoltarla provoca movimenti inconsulti ed epilettici che, nel caso si guidi un’auto, rendono la vita un’avventura fantastica.

Libro della Settimana:
Il ragazzo morto e le comete, Goffredo Parise. Adelphi
Un libro che è “molto di più e che non si può dire perchè è mistero”

cordiali saluti da:
Giannandrea Codroipo e Gustavo Boiada

CyberSpaceBrainStorming

Frame Events

a disposizione con i nostri artisti per un programma vario e pieno di ottima world music!
www.frameevents.com



Jessica Gozzo

Essendo oggi il cyberspace brainstorming…..vi riporto chi mi piacerebbe sentire al Tam Tam:
– Dente
– Alessandro Grazian
– MatMata
– Gnut
– Giorgio Barbarotta
– Paolo Benvengnù
– Marta sui Tubi
– Canadians

Parlando di questo festival il cantante dei “Luca ed i Beehive” sarebbe disponibile per fare una serata portando come ospite uno dei celebri BeeHive. Una bella serata cartoonica!!

Mi piacerebbero anche serate di cinema, magari di quei film che son passati inosservati nel circuito o con specifiche tematiche (vedasi Valzer con Bashir )

E sarebbe bello trovare il freeshop….

Dal Bandera Florida, bottega equosolidale di Mirano

da un brain storming fatto qui in bottega ecco le nostre proposte-desideri per il tam tam:
-prodotti equi e bio locali nella ristorazione e nei bar
-laboratori x bimbi sulla equo-solidarietà
-coordinamento fra le varie iniziative proposte dalle varie organizzazioni creando serate a tema in cui il concerto, la mostra fotografica, la cena, la conferenza, i prodotti da noi della bottega presentati ecc….seguano stesso filone tematico (es: nazioni, continenti, biologico, ecologico, ecc….)
-tam tam “breve concentrato ed efficace”….proposta: max 7-10 gg.  x riuscire a concentrare le energie e sviluppare sinergie fra le varie organizzazioni in  modo, soprattutto nel nostro specifico caso, da poter assicurare una nostra presenza + efficace ed energica sia a livello di bancarella sia a livello di iniziative, senza sfibrarci cercando di coprire tutti i turni serali di apertura delle bancarelle nell’arco di un mese e oltre…
-corsi di danza

Mail di Emanuele
anticipo di un giorno il Brain Storming in oggetto, visto che nella giornata di domani non mi ci potrò dedicare. Immagino, o almeno spero, che faccia lo stesso.
Mi auguro che la costruzione del prossimo Tam Tam stia facendo qualche passo in avanti, a voler interpretare  i tuoi status su Facebook sembrerebbe di no, ma non abbandono la speranza. Del resto, se l’avessi abbandonata, non sarei qui a scrivervi.

Mi piacerebbe che il prossimo TT diventasse ancora più di prima luogo di circolazione di idee, forse questa mia personale aspirazione può in qualche modo rappresentare una risposta alla mancanza di fondi che si constata per questa iniziativa e per quelle dello stesso tipo. Non sono informato direttamente, ma se ho ben respirato l’aria che tira non avrete a disposizioni somme ingenti da parte del comune,  magari nessuna somma, chissà.
Allora io senz’altro porterei il free-shop in festa, questo mi sembra utile e sono sicuro che l’idea l’avete avuta anche voi sin da subito.
Mi relazionerei con la bottega del commercio equo-solidale di Mirano per avere, oltre al consueto banchetto di prodotti, anche una serata gastronomica su questo. Di sicuro nulla di nuovo, ma se un’idea è giusta non credo che “invecchi”, almeno non per noi.
Che ne pensereste inoltre di ospitare a TT l’esperienza dei GAS, cioè dei gruppi di acquisto solidale? Conosco degli attivisti qui a Marano che potrebbero essere interessati a raccontare la loro storia e il meccanismo di funzionamento di questi gruppi.
Sapevi che da qualche settimana Paolo Della Rocca degli scout di Oriago ha attivato in collaborazione con  altri una newsletter di informazione e un coordinamento tra persone che sono vicine ai temi della non-violenza? Anche questa è una iniziativa che sto seguendo, e forse potrebbe trovare ospitalità a TT sotto forma di banchetto, o di serata promozionale, o di serata di approfondimento sulla non-violenza. In realtà sto cercando di far “accadere” anche a Marano qualcosa su questo, ma il Della Rocca è difficilmente rintracciabile di questi tempi. Tra l’altro sempre Paolo della rocca mi diceva di aver partecipato a una serata di grande impatto con immagini e voci dalla striscia di Gaza durante i giorni dell’ultima invasione dell’esercito israeliano. Mi piacerebbe che una serata di questo tipo trovasse spazio a TT, prima che ci pensino nuove bombe a farci ricordare in che condizioni vivono quei disgraziati.

Per quanto riguarda la musica credo che di non dover consigliarvi sulla, su questo ci sapete fare meglio di chiunque altro. Se portate a Mira il Benvegnù, i Tinariwen, magari anche i grandi  Egschiglen (musica mongola) ve ne sarò grato per un bel pezzo.

Però, a pensarci bene..se non ci sono soldi ma solo tante buone idee, che ne direste di fare il TT lo stesso? Perchè, nella malaugurata ipotesi in cui si debba rinunciare alla musica (immagino il peggio per far lavorare la fantasia al meglio), non pensare a TT come per l’appunto a una serie di serate di cultura? Penso alla possibilità di organizzare serate sui temi già citati, magari ci potrebbe essere spazio per video proiezioni (perchè non organizzare la visione collettiva il DVD “Good Luck Vicenza” del comitato del No al Dal Molin tanto per fare un esempio).
Secondo te la manifestazione potrebbe stare in piedi in questa maniera o la presenza dell’evento musicale è la sola che garantisce una opportunità per la sostenibilità economica della manifestazione?

Spero che le riflessioni possano esservi utili in qualche maniera, ci sentiamo.
Emanuele

Risposta alla mail di Elisa

Cara Elisa
grazie per la tua mail.
Proviamo da articolare una risposta alle tue molte domande che, a esser sinceri, ci sentiamo ripetere da tempo oramai immemore.

>> Ciao, sono Elisa Fiorese. Il tam tam per me è un’occasione estiva di incontro e di svago. Direi che sennò mi tocca andare al Marghera Estate.. che ha stufato ! E poi ci sono troppe zanzare…
Ecco la prima cosa: il confronto con il marghera estate village.
può aver stufato, ma fa sempre il pienone.
perché, te lo sei mai chiesto, nonostante le zanzare e altre cose?

>> Ci vogliono: ingressi meno cari,
alcuni ingressi al Tam Tam Suoni e Culture dal Mondo (2 euro non ci sembra un prezzo caro!!!!!) sono a pagamento anche perché, forse peccando un po’ di presunzione, al Tam Tam Suoni e Culture dal Mondo non si vuole vendere birra, ma cercare di costruire un luogo culturalmente elevato e socialmente sostenibile. avere il biglietto all’ingresso serve a mantenere in piedi la cosa.
Se quest’anno ce la faremo, sappi che da parte del Comune di Mira, ora come ora, non c’è contributo e, le migliorie che a gran voce stiamo chiedendo da anni, non sono mai state fatte, seppur promesse!
E su questo il village viaggia in maniera molto più organizzata, con una collaborazione con la municipalità, che crede nella festa, che serve anche per superare gli ostacoli pratici e burocratici.
Da noi capita di dover “combattere” con gli uffici che, spesso, si dimostrano ottusi come mattoni (leggi le ultime fantacronache) e, se hai letto le pagine passate di questo blog, ne troverai traccia.

>> cibo meno caro,
il cibo meno caro?
dal 2003 i prezzi non sono stati variati. anzi!
pizza e kebab sono stati abbassati, su nostra precisa richiesta e confronto con chi cura la ristorazione
ma non viene notato, anzi, come dimostra questa tua domanda.
chi nota 20 centesimi in meno sul kebab o su una pizza?
nessuno!!!
ma è stato fatto.

>> wc comodi puliti e funzionanti.
i wc sono gli stessi che si trovano in tutte le manifestazioni.
se per comodità si intende la distanza dalla festa, è un fatto
se la comodità è qualcos’altro allora bisogna specificare cosa si intende
per la pulizia, i bagni vengono lavati e sterilizzati almeno una volta al giorno e, se non funzionanti, riparati.
a volte succede che il senso civico del cittadino non si preoccupi di lasciare il bagno pulito o non rompa una porta, un rubinetto, una luce…
e il vandalismo fine a se stesso è uno dei costi della festa.

>> Per chi lavora (tipo banchetti) dei buoni per la cena con lo sconto.
questa cosa l’abbiamo sperimentata nel 2005 ma è stata utilizzata in maniera non proprio ortodossa da chi partecipava al mercatino e, l’anno successivo, è stata rifiutata dalle attività di ristorazione, perché gli abusi erano stati troppi… e si torna al senso civico delle persone.
viene data una cosa e c’è sempre chi se ne approfitta.
magari abbiamo sbagliato noi…
per fare un esempio, nè al village, nè allo sherwood esiste nulla di simile… e i banchetti sborsano un pacco di soldi in più che da noi, senza nessuna certezza di maggior lavoro.

>> Controllo spaccio droghe.
per questa cosa, che è successa poco e non sistematicamente, ha riguardato, forse, le droghe leggere.
i controlli che loro hanno eseguito le autorità, non hanno mai portato a nulla.
noi non siamo pubblici ufficiali e le ronde non fanno per noi.
magari se ti è capitato di vedere qualcosa, magari potevi segnalarcelo, no?

>> Ci vogliono ospiti che attirino pubblico, non serve i più costosi, ma che creino curiosità.
qui dovresti farci degli esempi: tanto per capire a cosa ti riferisci.
l’aspetto culturale è ciò che dovrebbe distinguerci da ciò che ci sta attorno.
se facciamo le stesse cose, capisci, in cosa siamo diversi?
quali sono le peculiarità della festa?

>> Ci vuole buona pubblicità.
buona pubblicità: anche questo non è chiaro.
manifesti?
locandine?
pieghevoli?
radio?
giornali?
sai, nel 2006 abbiamo stampato e distribuito oltre 50.000 copie del programmai…
ma il nostro è un territorio dispersivo.
e non è facile trovare un posto dove la gente affluisce.
facciamo un esempio: se vado al mercato di marghera, sabato mattina, so che trovo il mondo. sei mai stata al mercato di Oriago o di Mira?

>> E attività pre-serali con i bimbi, coinvolgenti.
ti diamo ragione, ma costa fare queste attività… oppure ti offri volontaria tu?

>> Facile a dirsi, no?
>> Nonna Antonia mi conosce, resto a disposizione per qualche aiuto. xxx-xxxxxxx
>> Buon lavoro, Elisa.

per ogni cosa, siamo qui
ciao e grazie.

Esperienze Passate
Ciao, sono Elisa Fiorese. Il tam tam per me è un’occasione estiva di incontro e di svago. Direi che sennò mi tocca andare al Marghera Estate.. che ha stufato ! E poi ci sono troppe zanzare…
Ci vogliono: ingressi meno cari, cibo meno caro, wc comodi puliti e funzionanti. Per chi lavora (tipo banchetti) dei buoni per la cena con lo sconto. Controllo spaccio droghe.
Ci vogliono ospiti che attirino pubblico, non serve i più costosi, ma che creino curiosità.
Ci vuole buona pubblicità.
E attività pre-serali con i bimbi, coinvolgenti.
Facile a dirsi, no?
Nonna Antonia mi conosce, resto a disposizione per qualche aiuto. XXX-XXXXXXX
Buon lavoro, Elisa.
ore 9,00:
si comincia!

ciao
oggi tutti i ragazzi sono invitati a venire al
CONSIGLIO COMUNALE DI MIRA per INTERPELLARE TUTTA L’AMMINISTRAZIONE
a seguito degli ULTIMI ATTACCHINAGGI FASCISTI E FILO NAZISTI
trovati nella bacheca dell’amministrazione comunale fuori dal centro dedalo
OGGI ORE 19.00 presso il CONSIGLIO COMUNALE @ COMUNE di MIRA
vi aspettiamo!

Fantacronache del villaggio 24 marzo 2009

a cura di Giannandrea Codroipo e Gustavo Boiada

EDIZIONE TIFO UDINESE DAI TEMPI DI ZICO

Finalmente libero,più bruciato di prima ma libero…

Ieri,per rientrare subito nel giusto clima sono stato assieme al Porcaro a un incontro in Comune fissato la scorsa settimana per cercar di capire (?!!?) fin dove l’Amministrazione Comunale mirese sia intenzionata a supportare l’eventuale realizzazione della nuova edizione (l’agognato ritorno) del TamTam festival al Parco Valmarana.
Come al solito la speranza di ricevere impulsi positivi dal “Palazzo” è stata pari a quella di pensar di poter vendere ghiaccioli al polo nord. Un mastodontico nulla.
Dovreste vedere le facce dei vari addetti ai NON lavori alla richiesta, ad esempio, di uno scavo che consentirebbe all’Associazione Srazz un risparmio di 3600euro sulla corrente elettrica: come avessimo chiesto un milione di euro in contanti… o della materiale lentezza nel far arrivare un documento via fax da un ufficio all’altro… Non voglio tediarvi ulteriormente, quindi finisco quì, anche perchè sono ancora un po’ convalescente…
Aggiungo solo che sarebbe molto bello sentir esprimere le vostre considerazioni o suggerimenti. Ancor meglio il vostro supporto, sarebbe un’iniezione di energia nuova e per noi importante, fatevi sentire!!
In conclusione, spero me lo conceda, un piccolo consiglio al Porcaro: portiamo con noi una telecamerina, la prossima volta, così che poi tutti possano vedere che nulla è inventato e che l’impressione di non essere particolarmente simpatici a qualcuno é REALE!!
O forse sono io che, come detto, sono più bruciato di prima…
Un ringraziamento speciale a Checche, Patti, Chiara, Gigi, Princi, Nonna Antonia e Rosanna per il calore e le visite all’ospedale e un saluto farcito stima a Emanuele P. nostro assiduo lettore, pensatore libero e raffinato.
Che il ROCKNROLL vi protegga sempre… un abbraccio dal vostro Giannandrea Codroipo

Rubrica:

Disco della Settimana:

If You’re Feeling Sinister – Belle and Sebastian
Un tuffo nel passato, per assaporare dolci melodie e poesia in tempi in cui la tempesta scuote tutto.

Libro della Settimana:

Casino totale, J.C. Izzio – E&O
Un noir che piace anche a chi (come il sottoscritto) non ama i noir.
Poetico, musicale, crudo, spietato, buongustaio nei cibi e nei liquidi… Montale vi porterà a spasso per Marsiglia e vi centrifugherà i sensi… forse fino a commuovervi.
Primo libro di una trilogia di successo.

cordiali saluti da:
Giannandrea Codroipo e Gustavo Boiada